Lager d’Istruzione: parte prima

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Perché questo titolo? Si sa che il modo migliore di conoscere gli animali è andare a vederli dal vivo, osservare il proprio comportamento, interagire con loro, ma ora vi chiedo, questa non è schiavitù?
Okay, molti luoghi ormai sono a “norma” di legge, con spazi in regola e cure continue, ma chi siamo noi per decidere qual'è lo spazio necessario per un animale? Molto spesso vengo a sentire frasi del tipo: “qui si che stan bene gli animali, guarda che belle gabbie!” Come può star bene un leone abituato a terreni di caccia che si stagliano all'orizzonte rinchiuso in una gabbia di qualche metro quadrato? Abituato a cacciare per vivere, ed ora imboccato?
Come si può rinchiudere in una voliera dei pappagalli che se si levassero in cielo creerebbero spettacoli più belli dell'arcobaleno?
Chi siamo noi per decidere quanto spazio necessita un animale per vivere, quando la propria casa è proprio il mondo che gli abbiamo strappato?
Non si tratta forse di schiavitù legalizzata?Veri e propri “lager d'istruzione”, riempiti da esemplari separati a forza dalle proprie famiglie, da uomini che di umano han solo le sembianze e da anime deportate, con destinazione un cinema vivente di disperazione e grida d'aiuto, che nessuno coglie, scambiandoli per versi?

Noi discendiamo dagli animali, eppure con loro non abbiamo più niente in comune, purtroppo.

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IN GABBIA

Guardate le vostre mani ora, notate qualche differenza? io no. Non importa quante dita abbiamo, se abbiamo il pollice opponibile, artigli affilati o potenti zoccoli. La libertà è un concetto universale che va al di sopra dell'uomo, della sua cattiveria e della sua arroganza, e come tale va rispettato, voi che ne pensate?

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EMPATIA

“Capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i pensieri e gli stati d'animo di un'altra persona”, partiamo da questo.
Tu che guardi questi occhi, dimmi, cosa vedi? Cosa provi incrociando il suo sguardo? La senti questa sorda richiesta d’aiuto? Tu che guardi questo fiero animale dall’alto della sua gabbia di cemento, non ti senti fuori posto? Mi rivolgo a te, uomo che stai guardando questa foto, e a voi, uomini e donne che ai limiti del parapetto di sicurezza della gabbia, con in braccio il frutto del vostro seme simbolo del vostro futuro dite: “che noia questo orso, non si muove” oppure “guarda che piccolo sembra più grande in tv, non fanno così tanta paura”, ditemi, sapete veramente cosa state insegnando ai vostri figli?
Perché è facile sminuire un animale, un essere vivente, chiudendolo in una gabbia a 5 metri da voi, ponendolo in basso, sentendovi superiori, permettendo ai vostri stupidi sguardi di giudicare uno degli animali più fieri e forti del pianeta, ditemi, siete sicuri delle vostre parole?
Provate a scendere al suo “livello” e con questa parola classista non intendo la scala evolutiva o sociale, intendo quello fisico, materiale. Tu che spocchiosamente per far colpo su qualche ragazza o per apparire grandi agli occhi della tua prole hai pronunciato la frase “guarda che piccolo sembra più grande in tv, non fanno così tanta paura”, prova a trovartelo davanti, eretto sulle sue poderose zampe, prova a sentire il suo alito sulla tua pelle, prova a sentire cosa significa provare la paura vera, la paura primitiva che affoga la tua anima sporca di pregiudizi e presunta superiorità. Tu che hai banalmente giudicato il suo “vivere” come goffo, statico, “noioso” perché immobile, prova a stare tu in una gabbia per il resto dei tuoi giorni, ambendo alla libertà, anzi no, ho un’altra idea. Tu che lo definisci goffo, noioso e lento, prova la sua velocità sulla tua pelle, quando questo fiero predatore raggiunge velocità che tu raggiungi solo grazie al tuo cavallo a motore, prova cosa significa trovarsi ad interpretare il ruolo della preda, e sperimenta sulla tua pelle la sua velocità.
Tu che stai insegnando ai tuoi figli a sottovalutare gli animali, a non rispettarli, che stai plagiando le menti di questi poveri bambini, riempiendoli di concetti non loro, tu che parli per ignoranza, presunzione e presunta superiorità, sappi che non sei altro che un inutile uomo, e fidati che non è un complimento.

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SIETE VENUTI A PRENDERMI?

Lei è Kid, l’ennesima vittima dell’uomo, e oggi vorrei raccontarvi la sua storia. Sequestrata a un campo di zingari durante i suoi primi mesi di vita, insieme alla sorella e alla madre, incinta di 12 cuccioli, non è ancora riuscita ancora a trovare una famiglia, al contrario delle sue compagne di sventura. Ha subito attirato la mia attenzione, con quel fare da leonessa che aveva da dentro la gabbia, con quei denti serrati pronti a mordere e quel ringhio da far gelare il sangue. Ma una volta aperta la porta, tutto svanì. Il cane che pensavo mi avesse morso non appena varcata la soglia della cella, si rintanò impaurita in un angolo. A nulla servirono i 45 minuti spesi all’interno della gabbia insieme a lei, restando immobile, costantemente seguito dal suo sguardo impaurito, se non a strapparle il coraggio di avvicinarsi e farmi annusare, di farmi conoscere. Non so cosa gli sia stato realmente fatto in quel campo, o come lei abbia reagito a questo trauma, ma nei suoi occhi vidi una piccola fiamma, un barlume di speranza che forse nessuno mai riuscirà a spegnere. Questo vidi nei suoi occhi quando si avvicinò a pochi centimetri dal mio volto, con quel movimento tremolante, pronta a scattare indietro al mio primo movimento, che ovviamente non feci. Ma non appena uscii dalla gabbia, lei corse verso di me e ricominciò ad abbaiare, ringhiando più forte di prima. Per Kid è stata una grande prova di coraggio, ha lottato contro le sue paure e mi piace pensare che anche se solo per 3 secondi, dopo mezz’ora di terrore, lei si fidò di me, e questo mi basta per farmi tornare ancora adesso il sorriso, mentre vi sto raccontando il nostro incontro.
Ora questa piccola guerriera segue un programma rieducativo all’interno del canile di Legnano, dove è seguita da esperti di comportamento, in attesa di miglioramenti prossimi nell’adozione.

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RASSEGNAZIONE

Ecco la seconda foto che vi propongo per approfondire il messaggio che voglio portarvi. Cosa si prova a passare la propria vita in gabbia? A sentire il sole sulla propria pelle e non poter correre fin l'orizzonte cercando di afferrarlo? Cosa si prova a sentire la propria vita scivolare via, a veder affievolire la fiamma della speranza, sotto cumuli e cumuli di sguardi indifferenti e divertiri? Non c'è cosa peggiore dell'indifferenza per uccidere un essere vivente, l'ignorare una condizione rende complici, e io sono stanco di essere complice, sono stanco di vedere la sofferenza negli occhi di una povera creatura e non poter far nulla per aiutarla. Stanco di vedere la mia immagine riflessa in quelle sfere lucide di speranza misto rassegnazione, l'immagine di un ragazzo che vorrebbe cambiare il mondo e le sta tentando tutte. Un grande uomo una volta disse “L'amore e l'empatia per il più piccolo degli animali è il più grande dono che un uomo possa ricevere in dono” e io si, sono felice di aver ricevuto questo dono.

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RESTA QUI

Questa sera non sono qui a raccontarvi una storia, per la prima volta son qui con voi, difronte a questo libro completamente bianco, per scriverne una insieme. Questo libro si chiama Fuji, ha una dozzina di mesi, e ha ancora tutta la vita davanti. “Come possiamo fare noi per scrivere la sua storia?” Immagino che questa sia la vostra domanda mentre state leggendo queste righe, ebbene non la troverete qui la risposta, ma nel vostro cuore. Io non sono nessuno per dirvi cosa fare, ma senza dubbio ho dei consigli. Questa foto nasce per caso, nasce durante un momento di gioco spontaneo, durante il mio primo sopralluogo per conoscere la storia di ognuno dei cani presenti all’interno del canile, ma le migliori foto sono quelle spontanee, o almeno così ho senti dire.
Ognuno di noi vive di attenzioni, del proprio compagno di vita, dei propri amici, o della propria famiglia. Bene, Fuji non ha nulla di questo. Lui vive quotidianamente insieme a persone che ogni giorno gli dedicano parte del loro tempo, che riempiono il suo presente di affetto e di piccole azioni quotidiane che ognuno di noi da per scontato, come sfamarlo, accudirlo, o portarlo a fare una passeggiata tra i boschi: non vi sentite in debito con loro? non vi sentite male a stare a letto la domenica mattina a oziare? Io lavoro tutta la settimana, ma ho scoperto una cosa che rigenera il mio spirito molto di più del dormire: aiutare il prossimo. Il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo, perché è l’unica cosa che non ha prezzo, che non si può né vendere né comprare, e che lento e inesorabile scorre, anche mentre state leggendo queste parole, riempiamo le nostre ore vuote con gesti d’amore, e aspettate, che un giorno qualcuno ricambierà sicuramente il vostro buon gesto, e li proprio quando crederete di non farcela o di essere soli, senza neanche rendervene conto, starete già sorridendo.
Il suo libro parte oggi con noi, sta a noi il suo destino, sta a noi prendere in mano il suo futuro e dire: io sono qui, sono il tuo futuro.

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ATTENZIONE, MORDE

E’ così strano questo mondo, questa nostra quotidianità. E’ così strano questo sentimento, così insolito al giorno d’oggi, così improponibile parlare di fiducia.
E questo sentimento vacilla sempre, viene a mancare in ogni tipo di relazione, amicizia, famiglia, amore. Non fermiamoci alle apparenze, andiamo alla base del problema, solo così si può risolvere. Un vecchio detto dice “Ammettere un problema è il primo passo per risolverlo”, e non esiste nulla di più vero al mondo, se non la cattiveria umana. E’ impensabile che un bambino, così innocente e dolce, al parco non possa correre incontro a un cane, per giocarci, per fare la lotta, per scambiare esperienze. E’ impensabile che venga coniata la frase “Attenzione morde”, come se fosse una minaccia, ma una minaccia da chi? Alcune persone sostengono che i cani siano gli esseri viventi più simili agli angeli. Un cane non è, e non deve essere ritenuto un pericolo da nessuno; è in realtà un protettore della famiglia, non una bestia assetata di sangue. Si dice che gli animali sentano le emozioni umane addirittura prima degli umani stessi, avvertono la paura in una persona, avvertono la cattiveria, avvertono la bontà, e agiscano di conseguenza. Quando una persona si avvicina a un cane, non dire – attenzione morde – perché sarà il cane a decidere se fidarsi o no, perché ancora prima che voi sputiate pregiudizi, lui avrà già preso la decisione corretta. Quante volte mi è stato detto di non avvicinarmi a un cane, perché in passato ha subito violenze, perché è stato picchiato, perché ha passato traumi che noi nemmeno riusciamo a pensare, eppure incredibilmente nessun cane mi ha mai morso. Quando incontrate un cane, ricordatevi, dimenticate di essere umani, tacete, e imparate. A lui non interessa se voi siate grassi o magri, alti bassi, bianchi, mulatti o neri, a lui non interessa altro che la vostra anima. La fiducia è un ponte, un tramite verso un’altra persona, ma deve essere sostenuta da un’altro pilastro fondamentale, il rispetto. Quando incontrerete un cane, ricordatevi queste parole, abbassatevi al suo livello fisico, porgetegli la mano, state certi che non mi morderà. Vi annuserà, vi conoscerà, e se volterà lo sguardo non vi arrabbiate, semplicemente non sarete degni di lui. La fiducia è difficile riacquisirla, ma è solo grazie a costanti e involontari gesti d’amore che la si può ritrovare, e state certi che un giorno vi sveglierete, e guarderete il mondo con nuovi occhi, non perché è cambiato quel che ci circonda ma perché siete cambiati voi, e io ve lo auguro con tutto il cuore.
E tu padrone, attento, il cane è il tuo più caro amico, tieni sempre a mente queste parole, me le disse mio nonno, anche se non erano sue queste parole, era un grande amante degli animali: “Diffida dalle persone a cui non piacciono gli animali”.

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QUALCUNO BUSSA ALLA PORTA

Domenica uggiosa di novembre, fuori piove, e forse anche dentro di voi. E' circa l'una di pomeriggio quando, ad un tratto, qualcuno si avvicina alla vostra gabbia: in molti si avvicinano, in molti passano oltre, in molti non ti degnano nemmeno di uno sguardo, forse perché non sei un cane di razza, forse perché non rientri nelle dimensioni standard che si erano prefissati di avere, persone che credono di voler portare a casa un soprammobile e non un cane. Molti indiscretamente fanno il classico versetto con la bocca e aspettano quella frazione di secondo per vedere se ti fiondi da loro, come se fossero dei generali e tu fossi il cadetto di turno. Ma in questi occhi trovo tanta sofferenza, un espressione triste di chi è sempre rimasto in fondo alla fila, di chi è stato sempre lasciato per ultimo, come ultima spiaggia, e ditemi ora come potete pensare che in pochi secondi, un animale venga da voi per uno stupido verso, perché so cosa pensate: “basta che mi avvicino alla gabbia e arriverà subito”, “Peggio per lui oh” oppure “bhe se non viene qui non ha molte possibilità di andarsene, sta sempre sulle sue”, bhe io credo che come tra gli umani un vero rapporto di amicizia si crei nel tempo, attraverso esperienze comuni e sempre nel rispetto reciproco.
Sai cosa credo pensino i cani di molti canili quando sentono per l'ennesima volta il vostro stupido versetto accompagnato da quell'imposizione forzata del “vieni qui!”? “No grazie, non ho interesse a trovare un padrone, io cerco un amico, aspetterò qui.”.
Io credo cerchino solamente una persona che invece che ordinargli di andare subito li, entri con loro nella loro gabbia per condividere anche per un istante il loro dolore, una persona che faccia il primo passo per loro, perché se lo meritano, glielo dobbiamo. Non dimentichiamo che i legami, anche se nascono tra sorrisi e risate, si consolidano nel dolore e nei momenti difficili della vita, e fidatevi che i nostri momenti difficili non sono nulla rispetto a una vita da carcerato per un capo d’accusa del quale non si ha colpa, espresso da una giuria inesistente.

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PASSATO E PRESENTE

Loro sono Fry e Lela, cani pastori costretti a vivere fin da cuccioli in balia del mondo, abbandonati dopo una cucciolata troppo numerosa, senza alcun riguardo.
Non sappiamo quasi nulla di loro, ma posso dirvi quel che io ho provato sulla mia pelle, conoscendoli.
Ho sempre creduto che ogni nostra azione futura sia sempre stata influenzata da esperienza passate, come diceva Cicerone rivolgendosi alla storia: Historia magistra vitae.
Qui ne abbiamo il chiaro confronto, il primo cane, personificazione del presente col quegli occhi quasi lucidi, come commossi al solo desiderio di una carezza, emozione negata fin dalla tenera età, con quello sguardo dolce e sincero che nemmeno la paura può spegnere. Ma dimenticare è impossibile, si può solo allontanare il dolore che abbiamo subito, non cancellarlo, perché è parte integrante di noi e di quel che siamo diventati. Così il cane sullo sfondo rimane sulla difensiva, sfocato, etereo, quasi come un fantasma in una storia per bambini, pronto a colpire quando noi abbassiamo la guardia, quando la nostra luce di speranza si affievolisce.
Ecco, sapete, questo è quello che ho provato sulla mia pelle, e posso dirvi con certezza che qualsiasi dolore non potrà mai spegnere la nostra fiamma, se è amore puro e incondizionato, come il loro.
Vi auguro che i vostri occhi siano colmi di amore come i loro.
Ora questi due trovatelli sono stati affidati ad una famiglia che spero, anzi ne sono sicuro, riuscirà a guardarli come hanno sempre meritato.

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KINTSUGI

Quante volte sentiamo dire frasi del tipo: “non ti avvicinare, quel cane è cattivo”? Se anche voi ora state ripensando a tutte le innumerevoli volte che avete udito queste parole, allora sarete d’accordo con me.
Un cane, come noi stessi del resto, è solamente la somma delle esperienze che ha passato fino a questo punto esatto di vita, fino a questa triste ma necessaria decisione di mostrare le proprie armi, per paura. Nessuno nasce cattivo, nessuno nasce col desiderio di mordere, a chi non piacerebbe ricevere un bacio? Di non farsi toccare, essere timido e schivo, chi di noi rifiuterebbe mai un abbraccio? Ma come fai a fidarti di chi ha tradito la tua fiducia? Io credo sia impossibile. Non crediamo di essere tanto diversi dai nostri amici pelosi: quanti di voi hanno chiuso rapporti con persone “poco affidabili” e ora vivono sempre con la paura di conoscere nuove persone, di affezionarsi, per paura di essere feriti? Io credo che la cosa più brutta sia essere feriti dalla persona che più si ama, quando la persona alla quale tieni di più si rivolta contro di te, usando le tue paure come arma. Un cane, il vostro cane, di cosa vive secondo voi? Esattamente, di voi. Voi siete il suo mondo. Da quando decidete di prendervi l’impegno di condividere la vostra vita con un cane, create un legame indissolubile con esso. Vi è mai capitato di conoscere persone, con ferite più larghe del loro stesso sorriso, e di aiutarle, giorno per giorno, curandole nel vostro piccolo, per far si che stiano bene? Io stesso ho adottato il mio cane da un canile, un cane che ha subito maltrattamenti quando viveva con la famiglia precedente, credete sia stato facile? Avere in casa un animale che ogni volta che sente un rumore scappi? Che ogni volta che prendi in mano una scopa per pulire la polvere da terra prenda e scappi sotto al letto tremando? Non lo è stato affatto, ma ora è tutto più bello, sentite qui: In Giappone esiste l’usanza di riparare gli oggetti rotti con l’oro, il Kintsugi per valorizzarne la rottura, lo sapevate?
Perché alla fine questo siamo noi, vasi rotti tenuti insieme da piccole e lucenti venature d’oro, che qualcuno ci ha donato: ad ogni animale abbandonato e ferito, non voltate lo sguardo, donategli il vostro oro, donategli il vostro amore, e sarà l’amico più bello, fedele e prezioso di tutti.

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QUESTO É SOLO L'INIZIO

Ci sono tante altre fotografie a supporto del progetto, ogni scatto è in vendita e l'intero ricavato verrà devoluto al canile della PAL di Legnano: per maggiori informazioni contattatemi tramite il form che trovate qui.

Grazie ancora di essere passati, spero che questo progetto apra molte menti, molti cuori ma soprattutto che faccia riflettere.

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